
L’anima fortemente religiosa dell’isola di Lampedusa affonda le sue radici in un passato remoto.
Probabilmente il senso di religiosità, che è comunque connaturato nell’animo umano, in condizioni così peculiari come quelle isolane, sopratutto parlando di un’isola come Lampedusa situata al centro del Mediterraneo, assume una valenza maggiore.
In un’isola tutti i fenomeni naturali sono amplificati e, fra questi, ci si deve confrontare anche con un mare che circonda e separa dal resto del mondo: ci si sente piccoli di fronte all’infinito, anche nella nostra epoca in cui crediamo di poter “controllare” tutto.
La religiosità, di qualsiasi credo, assume quindi una particolare valenza antropologica e persino in una isola così piccola se ne possono trovare vestigia.
Riscontri sulla presenza di abitanti nell’isola nel periodo Neolitico vennero scoperti e documentati alla fine dell’800 ed ai primi del 900: interessante è la supposizione che nel mare circostante sia presente una sorta di tempio megalitico con assonanze con una struttura trovata in Irlanda, questa volta sulla terraferma: il sito non è stato oggetto di indagini approfondite e, quindi, non si può escludere che la struttura non sia opera dell’uomo ma frutto di movimenti geologici.
Il ritrovamento di una statua della dea Atena dà invece forza all’idea di un tempio e di un culto in suo onore in periodo romano.
Sotto un profilo religioso la zona di Cala Madonna ha un grande fascino ed è probabile che già in epoca fenicia ospitasse un luogo di culto dedicato alla dea Tanit, le tombe puniche e fenicie ne testimoniano la possibiltà.
Al giorno d’oggi è presente il Santuario di Cala Madonna, strettamente connesso alle Grotte che si narra ospitassero due diversi siti di preghiera, uno per i fedeli cristiani e l’altro per i fedeli mussulmani di cui si ha notizia già nel 1254. E’ lecito pensare che il famoso marinaio Anfossi trovò la tela che utilizzò come vela per la sua barca di fortuna, proprio in quelle grotte.
E’ dei primi dell’800 un’abbellimento ed ampliamento del sito e si deve al Sanvisente nel 1847 la restaurazione della chiesetta e dei dintorni però con la contestuale demolizione della parte destinata al culto islamico. La seconda guerra mondiale chiese il suo prezzo e la chiesetta venne distrutta dai bombardamenti ma prontamente ricostruita ed oggi è sede di una grande devozione.
Altra testimonianza del tessuto religioso di Lampedusa è la Madonna del Mare: si tratta di una statua di dimensioni naturali, donata all’isola dal giornalista Roberto Merlo a ricordo di un incidente occorsogli in immersione; la statua, posizionata appena fuori la baia dei conigli, ad una profondità di 14 metri, è uno dei siti di immersione peculiari di questa bellissima isola.