
Siamo, comunque, un popolo di epicurei! È pur vero che chi viene a Lampedusa per trascorrervi le vacanze ha scelto, forse, un tipo di vacanza più “naturale ed essenziale” di chi sceglie altre mete: una vacanza che si nutre di sole e di mare, di splendidi panorami e stupefacenti immersioni o discese in apnea ma, lasciatemelo dire, se riuscissimo a nutrire anche la parte godereccia di noi ...non sarebbe male.
A Lampedusa non manca una vasta scelta di locali dove, la sera, ci si può rilassare praticando uno degli sport locali, nonché nazionali, il famoso “struscio”, magari con un drink od un gelato ma, come dicevo, alla fine anche il nostro corpo vuole nutrimento e, credetemi, si mangia bene ovunque.
Ovviamente la cucina di Lampedusa, come d’altronde la cucina siciliana in genere, rappresenta la summa delle varie influenze storiche delle dominazioni che si sono succedute e della vicinanza alle coste dell’Africa. Di certo il retaggio arabo è fortemente presente con i vari dolci ed il cous cous - seppure quello arabo è a base di carne di montone - pare invece che la rosticceria, altra branca della culinaria fortemente presente in Sicilia, debba la sua fortuna ai Normanni ed agli Svevi, mentre si debbono ringraziare gli Spagnoli, con le loro rotte mercantili in giro per il mondo, per i pomodori e le melanzane: ingrediente basilare dell’odierna cucina siciliana.
A Lampedusa, ovviamente, è il pesce che la fa da padrone, accompagnato dai capperi coltivati sull’isola e dalle lenticchie di Linosa, cultivar tipico dell’isola sorella minore.
In poche parole, tra influenze antiche e realtà moderne a Lampedusa non manca l’occasione di mangiare bene, anzi molto bene ed è piacevole scoprire che sull’isola è presente anche un biscottificio!
Ed è senzaltro interessare scoprire che, sempre nel solco del fermento culturale che vuole quest’isola in continua crescita, alcuni chef locali, ben tre, abbiano raggiunto vertici importanti nei vari Campionati di Cucina organizzati dalla Federazione Italiana Cuochi.
È decisamente un segnale incoraggiante, sopratutto verso la tipicizzazione di una “cucina tipica lampedusana” che, senza dimenticare il passato e le tradizioni dell’isola, possa arrivare alla creazione di piatti originali ed unici che si possano, a buon titolo, considerare un patrimonio originale di Lampedusa.
Ben vengano quindi questi “sperimentatori” purché, nella frenesia di creare qualcosa di nuovo, non si perda l’identità dell’isola, dei suoi prodotti autoctoni, della sua tradizione di cucina tipica che, ovviamente, privilegia il pesce abbondante e vario: è senz’altro giusto cercare di crescere ed afrancarsi dal luogo comune di semplice trattoria dove si mangia alla buona e bene perché la materia prima è fresca; la cucina di Lampedusa può essere molto di più, senza snaturarsi ma, anzi, traendo forza dalla reinterpretazione delle sue materie prime e, ben tre chef lampedusani, lo stanno dimostrando al resto d’Italia.
Quindi, amici miei epicurei e raffinati gastronomi, venite pure a Lampedusa: la sua cucina non vi deluderà.