A ben pensarci viene da chiedersi se Lewis Carrol, il creatore di Alice nel Paese delle Meraviglie, non sia passato per Lampedusa.
Un luogo magico, con le sue grotte, la sua flora particolarissima, il mare sempre cangiante e sì: l’Isola dei Conigli dove il Bianconiglio si sarebbe, sicuramente, trovato a suo agio..
E, come tutte le fiabe che si rispettino, anche questa può anche arricchirsi di un piccolo mistero: l’origine del nome di questo piccolo isolotto, di appena quattro ettari, ma di primaria importanza dal punto di vista naturalistico.
L’isolotto deve la sua fama non solo alla sua intrinseca bellezza con la sua baia incontaminata, fiore all’occhiello della Riserva Naturale Orientata Isola di Lampedusa, con la sua spiaggia, eletta dagli utenti di Tripadvisor nel 2013 la spiaggia più bella al mondo e nel 2014 e 2015 quella più bella in Europa ed in Italia, ma anche e sopratutto alla presenza di un sito accertato di deposizione delle uova della tartaruga Caretta Caretta.
Una favola moderna quindi, un’esempio da seguire, una delle poche occasioni in cui l’uomo è riuscito a mostrare la sua parte migliore visto che, fortunatamente, dal 1995 è sotto la gestione di Legambiente che, da allora, ha contribuito a preservarne l’ ecosistema e a mantenerla il gioiellino che è.
Ma torniamo al nostro piccolo mistero: perché questo piccolo lembo di roccia si chiama “ isola dei conigli”?
Non è poi così scontato che il nome derivi dal simpatico animaletto come tutti saremmo portati a credere: è invece probabile che si tratti di un equivoco linguistico.
Le prime notizie della baia in questione si ritrovano in una carta nautica del 1824 redatta dall’ Ammiraglio Smith che la denomina “Rabit Island” e qui nasce il busillis: l’Ammiraglio aveva volontariamente utilizzato il termine arabo “rabit” (che significa collegamento/che unisce), probabilmente riferendosi all’istmo sabbioso che, a volte, la unisce all’isola - in era moderna l’ultimo episodio è stato osservato nel 2008 - oppure si trattò di un refuso e voleva invece denominarla “rabbit” (dall’inglese coniglio), come quest’isolotto venne successivamente riportato nella cartografia, stante magari la presenza di una folta colonia di conigli rimasta lì bloccata proprio dalla scomparsa dell’istmo?
Non è dato saperlo e quindi ognuno, nello spirito delle favole che avvolge il fascino di queste isole, potrà trovare il suo “happy ending” preferito.
L’importante è andarci, approcciarsi con rispetto a questo piccolo lembo di favola, ricordarsi di essere “ospiti” a casa dei legittimi abitanti: pesci, tartarughe, gabbiani o uccelli migratori che siano - senza dimenticare una piccola e particolare lucertola striata presente solo sull’isolotto e proveniente dall’Africa - armarsi di stupore e disponibilità, grati di poter far parte, almeno per un giorno, di un luogo incantato a poche ore di navigazione, o poche decine di minuti di volo, dalle nostre frenetiche città.