Storie quotidiane a Lampedusa II


Storie quotidiane a Lampedusa II

immersione lampedusaLampedusa è affascinante, non mi stancherò mai di ripeterlo, ma il suo fascino non è solo nel suo mare, nei suoi tramonti, nelle sue spiaggie e nelle sue calette ma, anche e sopratutto nei suoi abitanti: gente di mare, formata dalle difficoltà e dalle intemperie ma, sopratutto, anche dalla loro grande generosità.

Sappiamo tutti come l’emergenza migranti sia stata fronteggiata “in primis” da loro, si potrebbe scrivere per centinaia di pagine raccontando il privato di ogni cittadino che ha accolto quanti, stremati, sono approdati sull’isola e il tema “migranti” ha fornito materiale per libri e film/documentari a sufficienza.

A me, che studiando e ricercando, ho trovato tante testimonianze di gente comune sulla loro vita, interessa maggiormente raccontare un poco di “privato”.

Molte storie interessanti le ho trovate nelle interviste web di “Lampedusa day by day” ed in quelle di Ascanio Celestini nelle sue “Storie da Lampedusa”, di certo, altre ne troverò continuando nelle mie ricerche, tanti di questi personaggi sono anziani, altri senza nome ma, in ogni caso mi piace raccontarne al presente perchè, a mio parere, il loro “contributo” all’essenza dell’isola, sarà sempre presente, indipendentemente dalle vicissitudini della loro vita.

Parliamo di Pasquale: come si racconta lui, una sorta di architetto sui generis. Pasquale vive in una “casa fluida”, sempre in divenire, costruita in legno e qui sta il valore della sua casa e di Pasquale stesso: lui costruisce con materiali di recupero che trova sull’isola, mano mano aggiungendo o modificando gli spazi a seconda dei materiali. Il risultato, non solo piacevolissimo da un punto di vista architettonico, rappresenta uno splendido esempio di filosofia ecologista applicata: non importa materiale sull’isola - con i costi connessi e gli sprechi - ma, aspetto fondamentale, la pulisce!

Anche le donne di Lampedusa hanno le loro storie: Veronica racconta la sue esperienze presso il centro di accoglienza. Catapultata giovanissima all’interno della struttura, ha vissuto un’esperienza personale molto forte in cui si sono mescolate empatia e insofferenza, in una confusione emotiva esasperata, anche e sopratutto, dai numeri altissimi dell’emergenza. Ma, come la maggior parte della popolazione di Lampedusa, anche Veronica ha fatto “la sua parte”, ed è bellissimo sentirla parlare, in prima persona e con partecipazione, anche del piccolo quotidiano collegato a quelle tante e varie vite che le sono passate davanti agli occhi.

Ma, ancora, Lampedusa ha tanto da raccontare, e non solo sulla sua “emergenza migranti” ma anche sulla sua vita e storia di tutti i giorni.