Il culto mariano tra Lampedusa e la Liguria IV


Il culto mariano tra Lampedusa e la Liguria IV

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Il Santuario della Madonna di Porto Salvo, sull’isola di Lampedusa, rappresenta per gli isolani un faro emotivo e culturale. Grazie ad una storia, o leggenda non sta a me decidere, di quasi 600 anni fa, Lampedusa ha “esportato” il suo culto fino alla lontana liguria.

Il nucleo originario del Santuario ha origini antichissime, se ne trovano le prime notizie già nel 1200 e, da allora, ha subito diverse vicissitudini: da semplice grotta a capella celebrativa, fino all’attuale architettura, restaurata dopo che, nella  II guerra mondiale,  durante gli incessanti bombardamenti di cui venne fatta oggetto da parte degli anglo americani Lampedusa, anche la cappella venne colpita ma la statua della Madonna rimase integra.

Gli abitanti, già profondamente devoti, si affrettarono a ricostruire il piccolo Santuario, e la devozione crebbe, se possibile, anche di più considerando che, nonostante i bombardamenti, nessun abitante dell’isola venne colpito e la statua era stata risparmiata dalla distruzione.

Oggigiorno il culto degli isolani per la Madonna di Porto Salvo è ancora fortissimo, ogni 22 settembre la statua viene portata in processione ed è un fiorire di manifestazioni annesse - io sono rimasta particolarmente colpita da uno degli aspetti folckloristici in cui la banda musicale, fra l’altro, suona anche con i piedi in acqua in una località  dell’isola, ribadire il forte legame fra i lampedusani ed il mare.

La Madonna di Porto Salvo è considerata la patrona e la protettrice dell’isola, tantissimi ex-voto le vengono dedicati per grazia ricevuta, non solo da pescatori magari scampati a incidenti o naufragi, ma anche da tanti lampedusani, magari emigrati, che quando possono trovano il modo di tornare sull’isola.

Ma il culto della Madonna di Lampedusa si è spinto sino a Rio de Janeiro, in brasile, dove esiste la chiesa di “Nossa Senhora da Lampadosa, patrona degli schiavi” il cui culto è attivo sin dal XVIII. La costruzione originaria risale alla metà del 1700, quella attuale, che sostituisce l’originaria demolita nel 1930, pur non essendo amplissima, riesce comunque a dare un gran senso mistico. Risulta che la chiesa fu costruita per volere di una confraternita di schiavi provenienti dal Togo che erano passati per Lampedusa e questo, purtroppo, apre degli interrogativi sulla partecipazione di parte del nostro Paese a quella che rimane una pagina tristissima della storia europea e mondiale.

Ma, al di là di tutte le valutazioni di merito, trovo assolutamente intrigante che Lampedusa, anche in questo, si confermi crocevia di genti e culture.

Pur essendo una piccola isola spersa nel mediterraneo già da tempi passati, era parte di una sorta di “web”.